Il Parco regionale dei Nebrodi con una superficie di ben 86.000 ettari è la più grande area verde protetta della Sicilia.
Assieme alle Madonie ad ovest ed ai Peloritani ad est, forma il cosiddetto Appennino siculo, ideale propagazione di quello italico.
I monti Nebrodi si “tuffano” a nord sul Mar Tirreno mentre il loro limite meridionale è segnato dall’Etna, in particolare dal fiume Alcantara e dall’alto corso del Simeto.
N.B I siti più importanti hanno una scheda a parte in questa sezione.
I SENTIERI
Cascate del Catafurco
catafurco-gorgesÈ una cascata che si forma in corrispondenza di un dislivello di circa 30 metri, tra rocce calcaree aspre ed accidentate, lungo il corso del torrente S. Basilio, nel territorio del comune di Galati Mamertino. Alla base della cascata, il movimento vorticoso delle acque ha scavato e fuso le rocce, creando una cavità chiamata Marmitta dei Giganti, diventata una sorta di piscina naturale del luogo.
La cascata si raggiunge a piedi lungo un sentiero ben segnato e delimitato da staccionate in legno.
Bosco di Caronia
Un tempo estesissimo (tanto che i Nebrodi venivano chiamati Caronie) oggi molto esteso, il bosco di Caronia conta numerosi esemplari di querce, faggi, olmi e frassini. E’ un luogo estremamente affascinante con una serie di notevoli emergenza al suo interno, non solo naturalistiche.
A tal proposito citiamo: il novecentesco castello dell’Impalloccianata (o Casina di Pietratagliata,foto), a 837 m. s.l.m., vicino Portella Pomo, un elegante edificio nobiliare a blocco unico, immerso in una cerreta e realizzato con blocchi di pietrame squadrato ; l’abbazia di San Pancrazio, un monastero basiliano dell’VIII secolo.
Nel suo territorio si trovano ancora formazioni vegetali di alto valore naturalistico e scientifico che spesso si succedono, senza soluzioni di continuità, dal livello del mare fino alle vette più alte oltre i 1.500 metri. Dalla macchia mediterranea si passa gradualmente alla sughereta, alla cerreta, alla faggeta. Ma la popolazione arborea più interessante è senza dubbio quella del Taxsus baccata, una specie relitta di origine terziaria che si concentra quasi esclusivamente qui.
Altro luogo di notevole interesse del bosco è il lago Zilio, piccolo laghetto incastonato nel lussureggiante bosco delle Caronie. Da esso si può raggiungere la vetta del monte Madonna della Neve (1162 m. s.l.m.).
È l’arteria per eccellenza dei Nebrodi che gli taglia dal mare alla montagna.
Partendo da Acquedolci, mar Tirreno, la strada pian piano sale di quota arrivando a San Fratello.
Da qua in poi è un trionfo naturalistico, penetrando dentro il bosco fino a giungere, quasi 50 chilometri dopo, nell’assoluta pace del paesino di Cesarò.
La strada raggiunge il suo apice naturalistico nei boschi di San Fratello, di cui abbiamo appena detto, e che dall’altezza di 1025 metri s.l.m. (lecceta di Zerbetto) fino a circa 1500 sono veramente scatenati, di piante ed animali.
ss289Nel frattempo l’arteria ha raggiunto il suo punto più alto all’altezza di Portella Femmina Morta (1524 mt), ottimo punto di partenza della Dorsale dei Nebrodi.
Qua è il faggio a farla da padrone. Il bellissimo faggio.
Poco oltre è portella (e rifugio) Miraglia. Quindi la strada comincia la discesa dentro il bosco di Cesarò.
Qua il faggio saluta e lascia il posto a infiniti querceti fino a giungere all’omonimo paesino (Cesarò).
Percorrerla questa statale di notte equivale ad entrare a contatto con una spiritualità tipicamente scatenata dalle tenebre, dai boschi, dai suoni ormai sconosciuti all’udito umano.
Maialini, porcellini e tanti altri animali attraverseranno spesso la strada, tranquilli e senza paura.
Non vi raccontiamo quanti extraterrestri sono stati avvistati da queste parti !
Provinciale Capizzi-Caronia
Altro itinerario suggestivo è quello che da Capizzi conduce a Caronia: vi suggeriamo di fermarvi alla sorgente Nocita, splendida area attrezzata, dove spesso pascolano allo stato brado suini neri dei Nebrodi e cavalli sanfratellani.
